Per una struttura ricettiva avere un proprio sito web garantisce innumerevoli vantaggi. A dirlo è anche l’Istat, stando ai dati pubblicati di recente e che fanno riferimento all’anno solare 2017.
Gli hotel che oggi sono presenti in rete hanno più possibilità di raggiungere l’agognato traguardo del sold out, il tutto esaurito; a dirlo è un recente approfondimento di Infodata, il Data Blog del Sole 24 Ore, basato sui numeri dell’Istat e sulla panoramica generale di Registro.it, che si autodefinisce l’anagrafe dei domini Internet con estensione .it.
La provincia di Milano la più virtuosa
Nel grafico di Infodata vengono riportati due dati essenziali: la percentuale di hotel con un proprio sito Internet e il numero di presenze per letto.
La migliore è la provincia di Milano, in cui l’85% di hotel ha un sito con estensione .it e dove ogni letto ha ospitato 77.92 persone.
Sul podio finisce anche la provincia di Monza e della Brianza insieme a quella di Prato. La prima vanta un rapporto hotel/sito internet pari al 71% con 69.77 persone ospitate per ogni letto. La provincia toscana raggiungere il 75% nel rapporto tra strutture ricettive e dominio .it, mentre le presenze per letto toccano quota 65.88 persone.
Roma e Venezia nelle retrovie
Il dato più sorprendente riguarda le province di Roma e Venezia, dove si concentra in termini percentuali il maggior numero di hotel in Italia.
A Roma, dove ha sede il 7,75% degli alberghi italiani, soltanto il 19% ha realizzato un sito web con dominio .it. Per quanto riguarda la provincia di Venezia, dove ha sede quasi il 16% delle strutture ricettive turistiche del nostro Paese, appena il 3,42% di questi ha registrato un dominio .it. Le presenze per letto vanno di pari passo: 37.43 persone a Roma e 24.59 persone a Venezia.
Diverse spiegazioni
Ci possono essere diverse spiegazioni in riferimento alle percentuali così basse di domini .it rispetto al numero degli hotel.
Per Venezia, ad esempio, occorre sottolineare come il 76% dell’affluenza turistica sia straniera, quindi è lecito pensare che gli alberghi abbiano preferito l’estensione .com. Altre strutture ricettive potrebbero invece aver scelto di affidarsi alle piattaforme terze come Booking e Trivago.