In questo articolo troverai le ultime informazioni circa le disposizioni prese a livello europeo in materia di soggiorni brevi. Quindi che tu sia un viaggiatore abituale o soltanto occasionale, l’argomento sarà sicuramente degno di attenzione.
Soggiorni brevi: cosa sono?
Anzitutto, cosa si intende di preciso quando si parla di “soggiorni brevi”? Stando all’articolo 4 del decreto legge numero 50 del 24 aprile 2017, con soggiorni brevi si intendono affitti turistici e/o transitori pari a un periodo massimo di 30 giorni.
L’Europa ha legiferato una serie di norme per le varie piattaforme dedicate agli affitti brevi, prima fra tutte Airbnb. La situazione che ha innescato queste norme sono tutti i problemi relativi all’impennata del costo degli affitti e al flusso incontrollato di turisti (fenomeno di cui spesso si sente parlare col nome “turismo di massa” a causa di tutti gli impatti negativi che questo ha sull’ambiente e sui siti delle mete turistiche più gettonate).
Bruxelles: quali sono le norme ratificate
É stato stabilito in Parlamento che le piattaforme online dedicate all’affitto a breve termine (prevalentemente per motivi turistici) saranno obbligate mensilmente a condividere con le autorità pubbliche i dettagli relativi al numero di giorni prenotati, oltre che al numero degli ospiti prenotati.
A proporre e ratificare questo provvedimento è stata la Commissione europea al fine di fare chiarezza sul settore fin troppo fumoso degli affitti di breve termine di cui il turismo di massa è il maggior responsabile e carburante.
Le nuove regole implementate sono finalizzate alla condivisione dei dati relativi agli affitti a breve termine sottoscritti sulle piattaforme online, come Booking o ancora Airbnb.
L’obiettivo dell’Unione europea è quello di trovare un equilibrio tra i requisiti nazionali di accesso per gli host e le loro strutture in affitto a breve termine. Il fine ultimo resta quello di facilitare la condivisione dei dati delle piattaforme online con le autorità pubbliche. Solo tramite questa condivisione si possono infatti evitare eventuali conflitti di interessi tra le necessità degli operatori turistici e comunità locali, sempre più vittime della penuria di alloggi a prezzi abbordabili.
L’intento della Commissione europea lunge dal tassare i consumatori e/o i proprietari. Il fine ultimo è invece la creazione di un sistema più immediato, semplice e fruibile per tutti i protagonisti del mercato, aggirando i rallentamenti, gli ostacoli e i costi tipici del sistema burocratico.
Stando a questa promessa quindi, non solo non si prospettano nuovi costi cui fare fronte, ma vecchie uscite che non dovranno più essere sostenute grazie al nuovo sistema.