A Palma di Maiorca, un cartello recita Miris on miris tot són guiris, traducibile come “ovunque ti giri, ci sono solo stranieri”. Durante l’ultimo weekend di maggio, 10.000 persone hanno protestato nelle strade della capitale dell’isola. I cittadini sostengono che il turismo sta rendendo la vita insostenibile per i residenti. Questo fenomeno non è isolato a Maiorca, ma si sta diffondendo in molte destinazioni turistiche popolari con l’avvicinarsi dell’estate.
Crescita incontrollata del turismo e proteste
Con il settore dei viaggi pienamente recuperato dalla pandemia, le preoccupazioni per la sicurezza sono diminuite, ma sono emerse nuove problematiche. Il turismo, da sempre motore economico, sta ora generando forti proteste. La “sbornia da Covid” ha giocato un ruolo, ma la vera causa è l’aumento delle persone che possono permettersi di viaggiare e l’afflusso di visitatori nei principali hotspot turistici. Il 2024 si preannuncia come un anno record, con il numero di turisti che supererà i livelli del 2019. I voli aerei sempre più economici e la crescente domanda di nuovi aerei commerciali amplificano il problema.
Nelle Isole Baleari, la domanda repressa ha spinto i prezzi degli affitti a livelli insostenibili per i residenti locali. Situazione simile nelle Isole Canarie, dove il turismo rappresenta il 35% del PIL e il 40% dei posti di lavoro. Questa crescita ha portato a un aumento degli affitti, rendendoli inaccessibili per molti. Il reddito medio nelle Canarie è il più basso di tutta la Spagna, costringendo molti lavoratori dell’ospitalità a trasferirsi. A Ibiza, ad esempio, uno chef vive nella sua auto perché non può permettersi una casa.
Impatto ambientale e regolamentazioni
Il turismo di massa non crea solo problemi economici ma anche ambientali. L’uso eccessivo delle risorse ha rotto l’equilibrio tra sviluppo turistico e benessere della popolazione locale. L’espansione continua del settore turistico, con la costruzione di nuovi hotel, non è sostenibile. Le risorse naturali sono sotto pressione, e la qualità della vita dei residenti ne risente.
Barcellona ha affrontato il problema del turismo incontrollato con misure drastiche. Il sindaco ha annunciato il divieto totale di affitti a breve termine a partire dal 2029. Questa decisione mira a ridurre i costi degli affitti, aumentando gli alloggi disponibili per i residenti. La misura intende contrastare l’aumento degli affitti e la riduzione degli alloggi accessibili, una questione comune in molte città turistiche.
Overtourism in destinazioni meno conosciute
Il problema del sovraffollamento turistico non riguarda solo le mete più famose. Hallstatt, un piccolo villaggio alpino in Austria, accoglie circa 10.000 visitatori giornalieri, nonostante conti solo 800 residenti. I turisti spesso invadono gli spazi privati alla ricerca del selfie perfetto. La comunità locale ha protestato bloccando il traffico, ma il sindaco Alexander Schuetz ha spiegato che è difficile gestire il problema senza chiudere le strade pubbliche.
La strategia di Venezia e non solo
Venezia ha implementato una soluzione per gestire il flusso turistico nei periodi di punta, introducendo una tassa di ingresso di 5€ per i visitatori giornalieri. Molte altre destinazioni stanno seguendo un approccio simile, adottando il principio “valore alto, volume basso”. Questo significa attrarre meno turisti, ma con una spesa media più alta, limitando così l’impatto ambientale e sociale.
Un’altra strategia è incentivare i viaggi fuori stagione, promuovendo la “mezza stagione”. Scaglionare le vacanze scolastiche potrebbe ridurre l’affollamento nei resort. Alcuni operatori turistici propongono di spingere i turisti verso destinazioni meno note. Limitare i parcheggi per auto può disincentivare i viaggi giornalieri, ma resta difficile evitare che i grandi gruppi turistici arrivino in pullman. Inoltre, bisogna considerare il diritto dei nuovi turisti a visitare le mete famose, anche se questo crea sfide logistiche ed etiche.
Dilemma etico del turismo
In Occidente abbiamo goduto dei benefici del boom economico del dopoguerra, viaggiando senza considerare le conseguenze del turismo di massa. Ora dobbiamo affrontare la sfida di bilanciare il desiderio di scoprire il mondo con la necessità di preservare le destinazioni per le future generazioni. È difficile dire a Paesi in via di sviluppo di limitare i viaggi quando finalmente possono permetterseli. Un cartello a Palma sintetizza bene il dilemma: “Viviamo di turismo, ma il turismo non ci lascia vivere”.